Chiesa campestre di San Basilio
La Parrocchia
CHIESA DI SAN BASILIO
Contesto ambientale
La Chiesa di San Basilio, distante circa 3 Km dal paese, sorge in prossimità del rio Malta in un area oggetto di interventi boschivi a partire dal 1967, che hanno conferito alla zona un'atmosfera accogliente e suggestiva. Ad alcune decine di metri dal prospetto nord dell'edificio si trovano un palco per gli spettacoli e un abitazione per un custode; una casa-villetta privata e altri spazi funzionali alle esibizioni culturali e ricreative. Le strutture adiacenti l'edificio di culto, confermano, come peraltro riscontrato più volte nelle fonti documentarie, la volontà dei putzesi di volersi appropriare del territorio e di rendere fruibile l'area di San Basilio anche in periodi non legati alla festività.
La presenza di un pozzo e di alcune tracce di strutture murarie di un vano rettangolare portano ad ipotizzare che l'area fosse frequentata già dall'età bizantina, e probabilmente abitata da una comunità monastica, intitolata allo stesso Basilio. Allo stato delle conoscenze, è soprattutto la tradizione orale ad incoraggiare l'ipotesi alquanto suggestiva.
Le fonti
La prima notizia documentaria dell'edificio è attestata nei registri che riportano le rendite ecclesiastiche cagliaritane del 1305, dove è menzionata la Iglesiade San Basil nella villa di Decimo Pupus.
La chiesa chiaramente caduta in rovina, fu poi riedificata nel XVII secolo, come ci informa un atto notarile del 24 marzo 1652 e circa 10 anni dopo, nel 1662, furono eseguiti lavori di imbiancatura della struttura.
Un significativo resoconto edilizio è riportato in un documento datato 13 luglio 1790, nel quale viene supposto che, venisse riparata a regola d'arte la predetta chiesa di San Basilio, per portare di dentro e di fuori, tutte le botteghe che esistono in giro di essa chiesa e le sue logge unite alla medesima chiesa e si trovano e il pezzo della parete che incomunica da esse botteghe, e s'estende sino al portico grande da essa chiesa, che è verso mezzogiorno.
Sappiamo quindi che dal Settecento esisteva già il grande portico, collegato alla chiesa con attorno una serie di botteghe e logge raccordate da una cortina muraria che si ricollegava allo stesso colonnato. Assurge quindi valore documentario il rilievo effettuato dall'ing. Luigi Orrù nel 1967, prima degli interventi di demolizione. Come si può vedere nella tav. 1 il complesso monumentale di San Basilio era ben più ricco e articolato di quello attuale, tav. 2.
Il complesso monumentale
La chiesa ha una impostazione planimetrica a croce antoniana o a tau. Si tratta sostanzialmente di due vani rettangolari che si intersecano, di cui quello longitudinale lungo l'asse est-ovest costituisce la navata, quello trasversale, nord-sud, il transetto. I due ambienti si raccordano tramite un grande arco a tutto sesto, frontale rispetto all'ingresso.
All'edificio si accede tramite tre aperture, due laterali semplici e rettangolari nei lati sud e nord, e quella sulla facciata a ovest, caratterizzata da un arco a sesto ribassato. Sopra il portale, al centro della facciata si apre un oculo, in origine unica finestra di tutto l'edificio. La copertura a due falde è a capriate lignee e tegole sarde.
Alla facciata a capanna si addossa un portico quadrato di proporzioni quasi simili all'ambiente di culto, che abbraccia simmetricamente la linea del transetto. L'articolata copertura in legno a due spioventi è sostenuta da otto pilastri in blocchi di tufo, quattro centrali e quattro laterali, e dal grande arco di accesso al portico. Su questo arco si innalza un campaniletto a vela, oggi privo di campana.
Al prospetto meridionale, lungo la navata si addossa un piccolo portico e al lato nord del transetto si appoggiano due ambienti paraliturgici, ovvero un riostiglio e la sacrestia, sulla quale si imposta al piano superiore la stanza detta de su prasoneddu.
Gli arredi
All'interno dell'edificio si conserva un fonte battesimale in pietra con coppa esagonale e facce scolpite in altorilievo. Si individuano San Giovanni Battista e San Pietro con in mano le chiavi; in altra faccia è scolpito entro un cerchio il simbolo eucaristico JHS; in un'altra due ossa incrociate a X e sovrastate da un macabro teschio con la scritta: ME MORI, cioè Memento mori "ricordati che devi morire".
C'è poi uno scudo che riporta la seguente iscrizione SCULPSIT/ OP, IOESATO/ PI, ANO AD/ TVVGINI/ 1605 DIE 4 I/ IANUARIS...CRATO.../.
La pala d'altare sulla parete di fondo è quanto resta di un retablo ligneo settecentesco. Entro un articolata cornice barocca, con ai lati torcieri, e volute, sono dipinti San Basilio e la Madonna secondo una iconografia consolidata che li vede spesso insieme. Maria è rappresentata con la corona, ha in braccio il Bambino Gesù che ha sulla mano sinistra una sfera; San Basilio in abiti vescovili tiene un libro con la mano sinistra.